@William Hartley
Lei sbaglia se crede in un programma neoliberista, in una “scelta” di concentrare i guadagni nella parte alta della piramide: perché qualcuno dovrebbe programmare qualcosa che avviene già naturalmente per via della logica interna del capitalismo industriale, che tende naturalmente alla concentrazione del capitale e alla distruzione del lavoro umano? E invece esiste effettivamente un programma politico, chiamato macroeconomia keynesiana, che consiste nel saziare la fame di questo mostro accelerando il processo di concentrazione, condannando i lavoratori a bruciare ogni risorsa nelle corse posizionali e ostacolando la piccola e media impresa a favore del grande capitale.
Questioni teleologiche a parte, lei fa bene a dire che la questione deve essere inquadrata in un contesto più globale: cosa che non nego e anzi suggerisco (ma non era il tema dell’articolo e sarebbe stato assurdo mettere troppa carne al fuoco). Detto questo, le inciampa visibilmente quando dice che si studia perché non esistono lavori non qualificati “decenti”. Quindi questi lavori esistono, giusto? A differenza di quelli decenti, che però non esistono… E allora dovremmo chiederci come rendere decenti i lavori che esistono… Altro che balla della disoccupazione volontaria. La volontà, certo, ovviamente, è determinata, anzi non si sfugge, è una trappola, certo, una trappola mortale, una bestia il cui fiato molti di noi sentono sul collo, che ci logora, che porterà via molti di noi, giù da un ponte o appesi a una corda. Ma cerchiamo di capirla bene questa trappola, cerchiamo di capire bene perché non possiamo accettare quei lavori indecenti, perché siamo scalzati fuori dalla storia.
Comunque non avevo dubbi sul fatto che qualcuno potesse accusarmi di formulare un pensiero di destra, da una parte per via di un certo pessimismo, o rassegnazione, dall’altra perché cito autori e concetti della tradizione classica e neoclassica, più che altro in chiave anti-keynesiana. Ma i tempi sono confusi (è vero) perché stiamo cercando delle risposte, e allora proviamo a fare un po’ di esperimenti contronatura, magari scoprendo che quello che si rimprovera a destra a Keynes (con Hayek) non è molto diverso da quello che si rimproverava a sinistra (con Mattick): ovvero di avere fondato un intero sistema economico sulla distruzione e sulla concentrazione monopolistica del capitale. E tutto questo perché? Per guarire da questo pessimismo, per combattere questa rassegnazione, insomma per provare a salvarci da questo destino tragico che ci minaccia in maniera terribilmente concreta.